Ecco la «nuova estate». Il caldo è un’emergenza sociale e sanitaria
Come reagire
Secondo Mercogliano, per contenere gli effetti e salvare vite umane serve un ampio spettro di iniziative di adattamento, dall’early warning alle foreste urbane e ai rifugi climatici. A monte servirebbe una governance più consapevole dell’emergenza che arriverà ogni estate: «Il piano di adattamento nazionale è stato pubblicato e mai implementato. Doveva nascere un osservatorio nazionale, mai successo, eppure i dati sarebbero fondamentali. In assenza del governo, città e regioni vanno in ordine sparso, anche con progetti interessanti, ma senza coordinamento, perché il caldo è ancora un problema sottovalutato».
È come se le ondate di calore ci avessero fatto finire in un tunnel cognitivo: sottovalutando il problema, non raccogliamo abbastanza dati. Senza dati, continuiamo a sottovalutare il problema. Quelli che sarebbero utili arrivano con anni di ritardo. E intanto le persone muoiono.
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